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Nonostante la crisi che come un macigno pesa sulle nostre spalle, ci sono dei momenti irrinunciabili durante i quali come per magia i problemi passano in secondo piano.
La Vara di anche quest'anno, come avviene oramai da mezzo millennio, il 15 agosto sarà in mezzo le strade di Messina, trainata da oltre 1500 persone che vestite di bianco e a piedi scalzi tirano le lunghe gomene (corde marinare) al grido di W Maria W A Matri Assunta, per portare la Vara da piazza Castronovo fino a piazza Duomo. Tante, tantissime sono le persone provenienti da ogni parte del nostro tanto amato quanto bistrattato globo che gioiscono, piangono, pregrano, corrono dietro l'imponente carro votivo e osannano la Mamma Celeste che da Lassù ci sorride e ci protegge. La Vara è un mix inimmaginabile di emozioni, sensazioni e riti che difficilmente possono essere capiti se non vissuti di presenza.
L'aspetto pirotecnico non è affatto secondario nella manifestazione, anzi la città di Messina può vantare un primato che non tutti conoscono, infatti i primi apparati festivi e le prime macchine pirotecniche furono progettate proprio per le feste del cerimoniale agostano già a partire da fine Rinascimento. I fuochisti venivano chiamati in dialetto "castiddari", cioè coloro che costruivano castelli o strutture pirotecniche per i vari eventi religiosi della città. Da sempre i fuochi pirotecnici caratterizzano questa meravigliosa e quantomai unica festa. Agli inizi del '900 si annovera nel programma pirotecnico la presenza di grandissimi fuochisti provenienti da tutta Italia come i maestri abruzzesi Boiocchi, il che era ulteriore motivo di vanto e grande interesse verso quest'evento.
La festa raggiunse il suo apice in splendore e spettacoli pirotecnici all'inizi del diciannovesimo secolo, il drammatico terremoto del 1908 distrusse tutto e per quasi vent'anni Messina rimase orfana della sua Vara che nel 1926 quando grazie all'allora vescovo tornò a sfilare in lungo le vie della città accompagnata da straordinari e fantasmagorici spettacoli pirotecnici. La festa ebbe un'ulteriore interruzione durante la Seconda Guerra Mondiale. Negli anni '50 e durante gli anni del Boom Economico la Vara tornò ad essere l'evento più importante della città di Messina insieme alla Fiera Internazionale, che si svolge attualmente nel periodo agostano, spettacoli pirotecnici imponenti venivano eseguiti dai punti panoramici più importanti della città: Forte Ogliastri, Monte della Capperrina e da Forte San Salvatore al porto, durante la processione e a conclusione della festa a notte fonda che sancivano per tutti la fine dell'estate vacanziera e il ritorno alla vita di tutti i giorni.Dagli anni '70 a metà degli anni '90 le celebrazioni ferragostane persero parte del loro splendore e anche i fuochi pirotecnici ne risentirono di questo momento opaco, non di rado capitava che la festa non si concludesse senza spettacolo pirotecnico. Dal 1995 si insediò un comitato spontaneo formato da devoti ed esperti in ogni settore fra cui le luminarie e i fuochi pirotecnici, riuscì in sinergia con le diverse amministrazioni comunali a riportare la Vara ai vecchi fasti,si cominciò a riparlare del grande Mezz'Agosto Messinese, tornarono le luminarie, i gonfaloni con lo stemma della città sui pali della pubblica illuminazine e i fantasmagorici spettacoli pirotecnici che chiudono come sempre in bellezza la manifestazione. Una scelta importante è stata quella di dare lustro e vigore all'imprenditoria messinese da parte delle varie amministrazioni comunali che si sono succedute nell'ultimo ventennio per questo i fuochisti messinesi sono sempre presenti con i loro spettacoli pirotecnici alla manifestione, spettacoli che ogni anno vengono curati nei minimi particolari già a partire da il giorno precedente con la sistemazione dei mortai nella zona del porto. Non di rado la festa dell'Assunta ha avuto il piacere di ospitare grandi maestri fuochisti, ma le difficoltà economiche degli ultimi anni non hanno permesso agli organizzatori di poter organizzare più spettacoli pirotecnici durante l'intera manifestazione che culmina tra la notte del 14 agosto e la notte del 15. Il programma pirotecnico prevede come momento più importante lo spettacolo pirotecnico del 15 agosto sera che è composto da due singoli spettacoli di grosse proporzioni, un piccolo spettacolo diurno durante una sosta importante della Vara davanti la Prefettura di Messina, una grandiosa batteria alla messinese che viene eseguita alla partenza della Vara, alla quale segue un assordante e colorato sparo di mini fuochi aerei e il lancio coreografico di centinaia di migliaia di bigliettini policromi inneggianti la Madonna Assunta e un passaggio pirotecnico durante la sosta al Municipio. Come descritto sopra i fuochi d'artificio non sono solo un contorno alla manifestazione ma sanciscono i momenti di maggiore intensità e solennità, per questo motivo questa è una piazza pirotecnica importante tanto quanto quelle più blasonate, anche se ha bisogno di crescere, ma i presupposti ci sono tutti per entrare nell'olimpo dei grandi appuntamenti sia pirotecnici che culturali d'Italia.
Un aspetto curioso delle feste messinesi era legato alle "machine festive" che erano davvero innumerevoli e che sancivano in maniera solenne i momenti liturgici più importanti dell'anno. Fino la secondo metà dell'800 la città poteva vantare del più alto numero di macchine festive dell'intera Europa. A seguito di cataclismi naturali e guerre si perse buona parte di questo patrimonio e con esso si perse anche quella caratteristica che si chiamava "Messinesità"; però il 15 agosto di ogni anno come per magia questo sentimento vero, la Messinesità, commovente e pieno di pathos riaffiora come la fenice che rinasce dalle sue ceneri e il popolo di Maria Alla quale Messina è visceralmente legata da sempre, scende in strada, affronta il caldo la stanchezza e il sacrificio affidando a Lei i propri desideri, la richiesta d'itercessione di un miracolo al Padre Eterno, la protezione dai mali e dalle disgrazie che durante la vita possono colpire o semplicemente un modo per osannarLa e ringraziarLa.
Lo spot dell'edizone 2012 della Vara
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